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Tim Cook tra Trump e Xi Jinping; il CEO di Apple diplomatico della tecnologia

19 Giugno 2018 43

Quando Timothy D. Cook succedette al compianto Steve Jobs nel ruolo di CEO di Apple, in molti si chiesero se sarebbe stato in grado di portare delle innovazioni significative per la società, al pari di quelle prodotte da due strumenti fondamentali per Apple come iPod e iPhone.

A ormai quasi 7 anni dalla scomparsa di Jobs, è chiaro che il prodotto rivoluzionario di Cook non è stato certo un nuovo tipo di smartphone, tablet, PC o altro ancora, bensì un'attenta gestione della società dal punto di vista finanziario e del consolidamento del brand, puntando lo sguardo verso un mercato abbandonato da molte aziende occidentali: la Cina.

Oggi Apple realizza quasi un quarto dei suoi ricavi annuali proprio a Beijing - parliamo di circa 50 miliardi di dollari in un solo paese - e ha posto le proprie radici nella nazione guidata da Xi Jinping, grazie alla presenza della maggior parte della sua filiera produttiva. Con l'inasprirsi dei rapporti tra Stati Uniti e Cina, la posizione di Apple è diventata sempre più precaria e in balia delle decisioni prese dalle due amministrazioni.

Il The New York Times ha steso un rapporto che prende in esame le ultime mosse di Cook, spiegando come il CEO della casa della Mela morsicata si sia trasformato nel principale diplomatico del mondo della tecnologia, mediando in prima persona tra Trump e Xi Jinping.

Apple Watch è un vero e proprio prodotto dell'era Tim Cook

La questione alla base è molto semplice: Apple ha forti interessi affinché i rapporti tra USA e Cina non si deteriorino ulteriormente, arrivando alla messa in atto di rappresaglie commerciali che potrebbero danneggiare gravemente l'azienda di Cupertino. I dazi doganali imposti dall'amministrazione Trump sui prodotti cinesi, infatti, potrebbero colpire anche un dispositivo apparentemente americano come iPhone, dal momento che lo smartphone viene prodotto e assemblato in Cina, per poi essere importato in tutti gli altri mercati globali, USA inclusi.

Pare però che Cook sia riuscito a strappare la promessa di non sottoporre iPhone a dazi doganali - i quali finirebbero per danneggiare il consumatore finale - ricordando che la sua società effettuerà importanti investimenti negli Stati Uniti nel corso dei prossimi anni, già annunciati ad inizio 2018. L'intervento in prima persona di Cook è servito non solo a salvare il proprio prodotto di punta, bensì anche a porre nuovamente in evidenza i pericoli per l'economia derivanti da una guerra troppo serrata con la Cina, come emerso da un incontro avuto con Trump lo scorso mese nello Studio Ovale.

iPhone 6 è rimasto coinvolto in uno scontro USA-Cina nel 2014. La sua approvazione venne ritardata dalle autorità cinesi

Se quindi i problemi in casa sembrano essere in parte superati - anche se i recenti eventi del G7 dovrebbero ricordarci quanto sia volubile il Presidente degli USA - lo stesso non si può dire per quanto riguarda l'ingarbugliata matassa oltreoceano.

È proprio nel mercato cinese, infatti, che Apple ha tanto da perdere. Nonostante l'accondiscendenza dimostrata verso le autorità locali che ha portato alla censura di diverse applicazioni da App Store e al trasferimento dei dati iCloud degli utenti cinesi presso infrastrutture cloud controllate dal governo, Apple teme ulteriori ripercussioni in seguito alle vicende che hanno coinvolto ZTE e Huawei.

Le conseguenze dell'entrata in gioco della burocrazia cinese potrebbero danneggiare fortemente il business di Apple, sia in veste di produttore che di venditore, traducendosi in ritardi per l'approvazione dei vari prodotti, rallentamenti nella filiera produttiva e maggiori controlli in nome della sicurezza nazionale. Al momento Apple è l'azienda americana di maggior successo in Cina e questa sua posizione potrebbe essere sfruttata sul tavolo del braccio di ferro con gli USA.

Tim Cook - che può anche vantare una discreta conoscenza del mandarino - ha preso parte in prima persona a diversi incontri di altissimo profilo tenuti in Cina, tra cui un meeting in cui lo stesso Xi Jinping ha illustrato la propria visione di innovazione e rinnovamento - nell'ambito dei quali ha invitato le autorità locali ad un approccio dai toni più calmi - e ad ha partecipato anche alla World Internet Conference cinese, un evento che mira a creare una sorta di conferenza di Davos in ambito tecnologico.


In questo modo il CEO di Apple continua a mediare tra due posizioni estremamente lontane tra loro, adottando il profilo più adatto in base all'interlocutore. I dipendenti di Foxconn - uno dei principali partner di Cupertino - hanno definito la società come Red Apple, con riferimento al colore ufficiale del Partito Comunista che governa il paese, per descrivere l'accondiscendenza della società nei confronti delle autorità locali.

D'altro canto, Cook si è dimostrato propenso a lavorare con l'amministrazione Trump per individuare la strategia migliore per superare l'attuale crisi commerciale, seppure non siano mancati gli scambi accessi in passato. Nonostante ciò, Cook si è dichiarato soddisfatto nell'aver riscontrato una maggiore disponibilità da parte dell'attuale consiglio dei ministri, rispetto a quanto accadeva sotto l'amministrazione Obama.

Apple si trova quindi a cavallo tra due potenziali situazioni estremamente pericolose e in rapido cambiamento, quindi i suoi sforzi principali vanno verso il mantenimento di buoni rapporti con entrambe le parti, in modo da evitare il peggioramento delle trattative tra USA e Cina.

Cook sembra fare leva su alcune dissidenze interne alla Casa Bianca riguardo i dazi imposti alla Cina e confida nella popolarità dei prodotti della sua società nel mercato asiatico per riuscire a mediare con le autorità cinesi. Tuttavia ci sono dei limiti da rispettare e Xi Jinping farà principalmente gli interessi del suo paese.


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Commenti

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Darkat

Infatti, per questo dicevo che Nokia all'epoca era la Apple dell'epoca XD poteva sparare in alto e comunque vendeva più di tutta la concorrenza insieme, ricordiamo che aveva un market share pazzesco

Pensa ai 1300€ di un iPhone X rispetto ai 350€ di un Honor 10 (in negozio) o di un Nokia 7 Plus o di un Galaxy A8.

Darkat

Si ma i 600euro dell'epoca erano un mucchio di soldi visto che la concorrenza andava a massimo 400euro!

ice.man

Apple puo stare tranquilla
Il Governo Cinese non ha interesse ad attaccare la Apple nella misura in cui tramite Foxxconn, Apple da lavoro a milioni di Cinesi
Trump usa iPhone per scrivere i suoi amati tweet....impensabile farne a meno o anche solo metterlo in discussione

ZenKen

Sempre di clienti si parla
Saluti

CAIO MARIOZ

No, lo ha sempre detto Cook

Il profitto è conseguenza del buon lavoro che fa l’azienda, non lo scopo per cui lavorano

(Lui ha sempre detto che lavorano per lasciare ai posteri un mondo migliore di come lo hanno trovato, quello è lo scopo, cioè innovare per aiutare la società di progredire)

Iliado

Chi Razzi?

Iliado

Ma almeno Cook ha regalato qualche iPhone a questo ambasciatore per tutto il lavoro che fa?

Kimo Timonen

Bhe già la Cina sta mollando dell'enorme parte del debito americano che detiene .. cosicché presto gli americani non avranno abbastanza stampanti per stampare la loro carta straccia che chiamano ancora moneta

Mauro B

Inutile provare, si lascia in Cina la manifattura su cui sono specializzati. Hanno 20 anni di vantaggio in un settore in cui 6 mesi di ritardo ti rendono già obsoleto.

Luca Lindholm

E quindi che si fa?
Si lascia tutta la produzione manifatturiera alla Cina?
Non si prova nemmeno a competere?

Luca Lindholm

Per Apple il profitto è solo un effetto collaterale

Callea

Davide

ahahahah

antonio

appunto si potrebbe bruciare il popo'

antonio

la preoccupazione di Cook ci sta! nel senso che se i dazi aumenteranno i prezzi di 20$ saranno 20$ di vendita ma non di entrata nelle loro casse... già la Apple fa di tutto per non pagare le tasse dovute mentre i dazi sarebbero imposti su i suoi prodotti...

Aston771

Falso, Tim ha a cuore il denaro dei clienti
Bye

M3r71n0
Tim Cook tra Trump e Xi Jinping

non serve, è solo una copia della soluzione che già esiste https://uploads.disquscdn.c...

~benzo

lol santinos apple

Joel

e poi se le aziende cinesi risparmian l'iradiDio grazie all'assenza di originalità, è giusto mediare a quell'assenza nei costi

fabrynet

Concordo, si parla dei dazi americani ma mai di quelli cinesi che sono 10 volte più estesi ed elevati.
Il mercato libero alle condizioni attuali non esiste, è solo un’utopia.

ZenKen

Falso, Tim ha a cuore gli interessi dei suoi clienti
Saluti

Dr. Freudstein

I moderati dazi di Trump non sono altro che una tenue risposta ai comportamenti commerciali scorretti operati da anni dallo stato canaglia cinese, che non è una economia di mercato, ma impone dazi contro merci americane fino al 300%, impedisce a molte aziende di investire, le obbliga a cedere i brevetti a società cinesi controllate dal governo, obbliga altre società americane a cedere quote a società cinesi sempre controllate dal governo, ruba migliaia di brevetti e altra proprietà intellettuale, finanzia pesantemente aziende cinesi per inondare il mercato di prodotti a basso prezzo.

Luca

E' solo lui che ne ha da perdere direttamente perchè delle altre big, una offre solo servizi e pochi smartphone, l'atra di telefoni manco se ne parla, quindi...

OnePlus 6

Perché, gli USA non sono già i padroni del mondo?

Nembolo

Si... il top dei costi di produzione e di conseguenza dei prezzi.

TLC 2.0

Infatti lo sono entrambi..analisi azzeccata in toto

Mauro B

Non è questo, attualmente non si potrebbe mai produrre un display per iPhone X fuori dalla Cina... non solo per il costo del lavoro.

Così come tanti altri componenti e altri brand.

Nokia poteva produrre in Finlandia perché la potenza delle aziende cinesi non era quella attuale, quindi c'era ancora la possibilità di avere linee produttive altrove. Ora per avviare un linea in Italia dovremmo partire da 0 quando loro si dovrebbero solo aggiornare quel tanto che basta.

CAIO MARIOZ

Spero faccia abbassare la cresta ai due gallletti

Uno si crede il padrone del mondo
L’altro si crede l’imperatore dell’Asia

Danny #

Mi sembra ovvio, i tempi cambiano.

Davide

a Tim frega solo di non dover pagare di più, del resto gli interessa meno di zero

Danny #

I prezzi erano quelli, ripeto.
400€-500€-600€ per i top di gamma con punte più alte per alcuni smartphone business. Come oggi.

Darkat

Lol, quando Nokia produceva in Finlandia i prezzi erano alle stelle, ma Nokia se lo poteva permettere perché era la Apple dell'epoca. Gli "smartphone" Nokia con Symbian costavano parecchio dei comuni telefoni e solo Siemens forse raggiungeva quei prezzi

Mauro B

Ma non erano quelli i numeri e le tecnologie.

Giuseppe75

Ma veramente sei tu che conosci tanto bene Tim Cook tanto da sapere addirittura che ci piacciono certe cose intime! Io non ho il piacere di conoescerlo mi dispiace!

Elio

Ma che gelosona! Scusa se ho offeso il tuo fidanzatino.

Danny #

Sarebbe il top. Ricordo che Nokia produceva in Finlandia e i prezzi quelli erano.

Danny #

Sono davvero contento che, finalmente, la politica stia tornando ad essere politica.

Nembolo

Timothy deve sperare che la situazione non sfugga di mano ai due presidenti.

Trump in questa sfida ha dalla sua l'enorme deficit commerciale degli USA nei riguardi della Cina, per cui a colpi di dazi e contro dazi lui avrà sempre la meglio, nel senso che avrá meno da perdere.

Ma proprio per questa asimmetria il governo cinese potrebbe colpire il fiore all'occhiello dell'industria statunitense, (l'iphone) creando non poche grane alle quotazioni in borsa della prima azienda del mercato e di conseguenza all'amministrazione Trump.
La quale (conoscendo il tipo, anzi i tipi) risponderebbe a muso duro: perfetto Timothy, e da un po' che lo vado promettendo... adesso gli Iphone inizi a produrli qui!
(E da lì ci sarebbe da ridere...).

Yellowt

e pensare che Trump vorrebbe punire proprio aziende come Apple perchè su suolo USA non producono nulla.

Tanto per la scimmia bionda l'economia della conoscenza non esiste...

Giuseppe75

Perchè tu lo conosci bene a Tm Cook giusto? Chissà quante volte ti ha "posseduto" giusto?

Giuseppe75

Le altre grandi società del mondo non inc****o nessuno?

Elio

Hanno sbagliato persona perché a Tim potrebbe anche far piacere essere incul8...

ghost

Chi meglio di cook che amministra una società che incul8 ogni giorno, può evitare di venire incul8 dagli eventi

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